18/10/2021
La diffusione del Covid-19 ha completamente stravolto l’andamento economico mondiale, ma non tutti i settori hanno subito lo stesso impatto. Ora la sfida è adattarsi al “nuovo mondo” e alle diverse condizioni che stiamo vivendo.
A più di 18 mesi dalla pandemia, ormai, il sistema delle catene di approvvigionamento globali sta riscontrando numerose difficoltà, provocando la carenza di prodotti di consumo e rendendo la spedizione delle merci più costosa per le aziende. Gli impatti sui prezzi e sulle tempistiche per le consegne risultano essere gravosi e riguardano sia i clienti finali che i fornitori stessi. Molte volte, nell’arco dell’ultimo anno, abbiamo assistito a scene che fotografavano navi vuote da una parte del mondo e decine di migliaia di cassoni dall’altra. Tante richieste da soddisfare, materie prime non facilmente reperibili, porti bloccati, consumatori chiusi in casa… E’ la graduale ripresa delle attività economiche che ha portato a galla la crisi della logistica.
In breve, cos’è successo? La domanda del mercato ha superato la disponibilità di mezzi per il trasporto delle merci. La produzione è più lenta e le spedizioni sono diventate un percorso a ostacoli. Tutti risentono di questa situazione, non solo caricatori, spedizionieri, ditte di trasporto…ben presto questa crisi toccherà le tasche dei consumatori perché saranno poche le aziende in grado di assorbire gli aumenti esponenziali che sono obbligate a sostenere per continuare a far circolare i prodotti.
In questo quadro così complesso, nella sfera che riguarda il settore agroalimentare si inseriscono, sia l’importanza della filiera corta che la necessità di puntare su un’economia circolare, locale e a Km zero. Perché? Perché la filiera corta rappresenta un modello di produzione che mira a ridurre i passaggi produttivi e le intermediazioni commerciali. Applicata in questo contesto di crisi, permette ai produttori di essere completamente autonomi, non dovendo quindi dipendere da entità terze, al momento in enorme difficoltà. Così facendo i venditori saranno in grado di mettere sul mercato prodotti ad un prezzo adeguato, preservandone la qualità.
In Self Globe ne sappiamo qualcosa. La nostra mission mira da sempre a rendere indipendenti i piccoli agricoltori locali, facendo in modo che, producano dai loro campi, trasformino le materie prime presso le loro aziende e commercializzino il proprio prodotto finito senza dipendere da nessun altro. La filiera corta consente al cliente finale di acquistare prodotti certificati attraverso un canale di distribuzione decisamente più comodo e accessibile. Gli spostamenti necessari a far arrivare un prodotto dal campo direttamente sulle nostre tavole sono minimi; il ricorso a camion merci, navi o aerei è limitato e questo non fa che comportare vantaggi tanto al produttore quanto al consumatore stesso.
Ecco, quindi, come in campo agroalimentare risulta importante focalizzare le proprie spese sulla costruzione di aziende che mirino ad accorciare la filiera produttiva. Trasformare e vendere a km zero sono la combinazione perfetta per far fronte ad una crisi come quella che attualmente stiamo vivendo.
Photo by Cameron Venti on Unsplash
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